sabato 1 luglio 2017

L'uomo ha iniziato ad alterare il clima 11500 anni fa?

In tanti negli ultimi anni hanno iniziato a parlare di Antropocene, la nuova epoca della scala dei tempi geologici, proposta per affermare che l'attività umana è diventata ormai un "fattore geologico", capace di lasciare traccia nei sedimenti ed essere individuabile a scala mondiale.

Plastica, un segno tangibile e duraturo delle attività umane nell'ambiente.

Ho già scritto sull'Antropocene e su come quasi tutti gli addetti ai lavori siano concordi sull'evidenza dell'impatto antropico e quindi sui processi geologici; semmai il punto di discussione è quando. Chi propone l'inizio della seconda rivoluzione industriale a metà '800, chi l'era dell'energia nucleare negli anni '50, chi l'utilizzo della plastica dalla fine dell'800... C'è anche chi propone, come Ruddiman, che l'inizio dell'attività agricola del neolitico (fra 5000 e 8000 anni fa) abbia influito sul clima a livello globale.

Stavolta l'Università di Tel Aviv è andata oltre, proponendo 11500 anni fa l'inizio dei segni di impatto antropico nei sedimenti del Mar Morto.

Panorama del Mar morto.
Foto tratta da Wikipedia Commons. Foto utente Neukoln

Tutto si riassume in una anomalia geomorfologica individuata nei sedimenti di trasporto fluviale. I ricercatori si sono accorti che ad un certo punto il tasso di erosione del suolo, trasportato durante le piogge stagionali nel bacino del Mar Morto, sia triplicato rispetto a quanto ci si aspetterebbe dal regime climatico presente più di 11000 anni fa. Questo può accadere se la vegetazione (che contrasta proprio l'erosione del suolo) diminuisce sensibilmente. Se questo non è imputabile ad un evento climatico di aridità, la risposta può essere soltanto una: l'uomo.

Nello stesso periodo si ha l'inizio di quella che è stata chiamata la "rivoluzione del neolitico", con la trasformazione delle società di cacciatori-raccoglitori in agricoltori, con insediamenti stanziali. La vegetazione arborea viene eliminata per fare spazio alle coltivazioni e questo potrebbe aver causato l'aumento di erosione del suolo, individuato nel record geologico.

La vegetazione arborea, insieme al sottobosco, è fondamentale per l'evoluzione del suolo e la biosfera che ci vive. Le radici riescono a mantenere la struttura del terreno e limita l'asportazione delle particelle da parte dell'acqua di pioggia che scorre sopra di esso. La deforestazione provoca inevitabilmente la destabilizzazione di questo equilibrio in favore di una maggiore erosione; aumenta quindi la probabilità di frane, di stress per la biosfera che vede il suolo regredire nella sua evoluzione, non ultima la probabilità di alluvione da parte dei fiumi che prendono in carico una maggior quantità di trasporto solido ed aumentano di volume.

Schema di come la vegetazione influisce sulla erosione del suolo e sul ruscellamento.
Immagine tratta da Incendiboschivi.org


Negli articoli recentemente pubblicati riguardo questa notizia, si fa riferimento ad una alterazione del clima e non a caso anche io l'ho scritto nel titolo, sotto forma di domanda: L'uomo ha iniziato ad alterare il clima 11500 anni fa? In riferimento a questo articolo specifico, la mia personale risposta è NO. L'uomo in questa occasione non ha alterato il clima, ha alterato però l'ambiente locale in cui vive. E' scritto anche nell'articolo, l'accelerata erosione del suolo provocata dalla deforestazione NON è compatibile con il regime climatico del periodo. Non si tratta quindi di clima alterato ma di ambiente alterato. Questo però non mette in discussione come questa sia la più antica evidenza di impatto antropico. O meglio, di dissesto idrogeologico.

Per quanto riguarda l'associazione di questo evento ad una probabile data per l'inizio del discusso Antropocene ed il cambiamento climatico, credo ci sia bisogno di un piccolo approfondimento che affronterò prossimamente. 

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