Abbiamo introdotto il termine Antropocene nel post precedente ed abbiamo spiegato come gli studiosi cerchino di trovare un momento preciso e condiviso in cui l'Uomo è diventato fattore geologico, rilevante per i cambiamenti climatici.
Molti pensano alla rivoluzione industriale ma c'è chi, in controtendenza, retrodata questo inizio di diverse migliaia di anni. Il signore in questione si chiama William Ruddiman.
Ruddiman propone l'ipotesi per cui già i nostri antenati, migliaia di anni fa, avrebbero iniziato ad alterare il clima: l'avvio della pratica agricola e della pastorizia sarebbero le attività incriminate.
Per dichiarare questo, Ruddiman ha osservato l'andamento della concentrazione dell'anidride carbonica e del metano in relazione ai cicli glaciali-interglaciali.
Le ultime glaciazioni sono caratterizzate da cicli di circa 100 mila anni, durante i quali per circa 85 mila anni si ha un periodo glaciale e nei restanti 15 mila anni un periodo interglaciale.
Questi cicli sono dominati da alcuni parametri orbitali del nostro pianeta e precisamente: la precessione (che possiede cicli di circa 22 mila anni), obliquità dell'asse terrestre (con cicli di circa 41 mila anni) ed eccentricità dell'orbita (con cicli di 100 e 400 mila anni). Sono conosciuti come Cicli di Milankovitch.
L'ultimo periodo glaciale è terminato circa 11 mila anni fa e analizzando l'andamento dei gas serra nei vari periodi interglaciali precedenti si nota una sostanziale differenza: nell'ultimo interglaciale, quello attuale, le concentrazioni dei gas serra sono aumentate invece che diminuire come invece accaduto in situazioni analoghe del passato.
Anidride carbonica
Le concentrazioni di CO2 che negli ultimi 350 mila anni hanno fluttuato ciclicamente, sono variate a seconda della precessione, delle variazioni dell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre e della forma dell’orbita del pianeta.
Metano
Le concentrazioni del metano sono aumentate e diminuite negli ultimi 250 mila anni in armonia quasi perfetta con gli alti e bassi di radiazione solare indotti dalla precessione nell’emisfero nord. Le temperature più alte hanno stimolato una produzione estrema di metano nelle zone umide, che sono la sorgente primaria di questo gas serra.
Circa 8000 anni fa quindi, l'inizio dell'agricoltura ed il seguente disboscamento avrebbero contribuito a invertire la concentrazione di anidride carbonica (che poi noi abbiamo accentuato in questi ultimi decenni con l'industrializzazione ed il sovrappopolamento).
Circa 5000 anni fa invece, lo sfruttamento intensivo di colture ad alta richiesta di acqua come il riso, grano e frumento, nonché l'allevamento di bestiame, avrebbero contribuito a invertire la concentrazione di metano.
Quello che dovrebbe essere un periodo di raffreddamento, visto che ci stiamo avvicinando ad una nuova glaciazione, si sta rivelando invece un riscaldamento.
Per il futuro è previsto che il riscaldamento potrà andare avanti fino a che i combustibili fossili saranno disponibili. Quando le risorse saranno finite, la prevedibile riduzione di gas serra immessi direttamente in atmosfera e la conseguente contrazione delle attività economiche, sia agricole che di allevamento, accentuerà questa riduzione a tal punto che il naturale processo di raffreddamento tornerà ad essere dominante.
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