venerdì 23 gennaio 2015

Terremoto del 23 gennaio 2015 sull'Appennino Tosco Emiliano

Uno sciame sismico ha interessato l'Appennino Tosco Emiliano nella zona di Castiglion dei Pepoli fra le province di Bologna, Pistoia e Prato durante la notte fra il 22 e 23 gennaio 2015.
Diverse scosse di magnitudo media di 2.5 e quattro scosse di magnitudo fra 3 e 3.2 hanno agitato il sonno delle persone residenti in montagna.

Alle ore 7:51 della mattinata di 23 gennaio una scossa di magnitudo 4.3 ha provocato molta paura e per fortuna nessun danno rilevante nella zona

Immagine con la localizzazione dell'epicentro del sisma di magnitudo 4.3

Gli Appennini fanno parte del sistema di scontro fra le placche tettoniche europea e africana iniziata circa 80 milioni di anni fa (potete leggere QUI come si sono formati) e tuttora il fronte di spinta si muove verso nordest
Sul versante emiliano, l'Appennino settentrionale è caratterizzato da sovrascorrimenti i più avanzati dei quali si trovano sotto la Pianura Padana, coperta dai sedimenti fluviali del Po e dei suoi affluenti; ci si aspetterebbe qui la spinta maggiore ma i geologi hanno riscontrato che molti dei terremoti appenninici rappresentano la riattivazione di antiche faglie più interne.

Schema tettonico dell'Appennino settentrionale. Si possono notare i fronti più avanzati nelle zone di Ferrara e Piacenza.
Più internamente le faglie riattivate che si trovano pressoché in corrispondenza della Via Emilia (linee con triangoli blu).
Sui rilievi invece si trova il fronte di avanzamento del basamento.
La zona di genesi del sisma si trova in una zona sotto posta a distensione (vedi in figura le frecce rosse dove è stata cerchiata la zona dove si trova il paese in questione) ed i dati forniti dell'INGV sul sisma di stamani lo confermano. 

Se andiamo a  vedere il meccanismo focale infatti notiamo che il piano di faglia si trova in direzione NO-SE (orientamento cosiddetto "appenninico" per avere la stessa direzione delle montagne da cui prende il nome) e i probabili piani di scivolamento sono inclinati di 60° verso sudovest e 30° verso nordest. 

Meccanismo focale con l'orientamento della faglia che ha originato il terremoto di M 4.

La struttura del sottosuolo di Castiglione dei Pepoli però è caratterizzata da quella che viene chiamata anticlinale, ovvero una piega con la convessità rivolta verso l'alto, considerata ancora attiva dai geologi e caratterizzata da tettonica compressiva; si può pensare quindi che la struttura che ha generato il sisma sia un'altra, più simile alle strutture del versante toscano degli Appennini.

Sezione geologica del sottosuolo compreso fra Castiglion dei Pepoli e Ferrara.

La zona è considerata ad alto rischio sismico, tanto che è previsto che possa essere colpita da terremoti di magnitudo massima fra 7 e 8, risentendo più che altro degli eventuali sismi molto intensi che potrebbero generarsi nel Mugello, come già avvenuto negli anni 1771, 1914 e 1920 (terremoti di intensità maggiore a M 5).


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