Quando si parla di anomalia climatica, quando assistiamo a stagioni dove il tempo atmosferico non rispetta le caratteristiche che tradizionalmente gli sono attribuite, in molti pensano subito al fenomeno di El Niño ma in pochi sanno che quest'ultimo non influenza direttamente il nostro clima (perché è un fenomeno del Pacifico meridionale) ma ha un ruolo indiretto in quella che viene chiamata North Atlantic Oscillation (abbreviato NAO), un indice usato dai meteorologi per mettere a punto le previsioni del tempo atmosferico.
In sostanza il NAO Index rappresenta la differenza di pressione fra i due centri di circolazione atmosferica più importanti presenti nel Nord Atlantico: L'Anticiclone delle Azzorre e la Depressione Islandese. Il primo è ben conosciuto perché è il fattore di influenza principale delle nostre stagioni sia invernali che estive; la seconda meno poiché non influenza direttamente il clima del Mediterraneo anche se, come vedremo, ha un ruolo tutt'altro che marginale.
In sostanza il NAO Index rappresenta la differenza di pressione fra i due centri di circolazione atmosferica più importanti presenti nel Nord Atlantico: L'Anticiclone delle Azzorre e la Depressione Islandese. Il primo è ben conosciuto perché è il fattore di influenza principale delle nostre stagioni sia invernali che estive; la seconda meno poiché non influenza direttamente il clima del Mediterraneo anche se, come vedremo, ha un ruolo tutt'altro che marginale.
Essendo l'Anticiclone delle Azzorre un centro di alta pressione e la Depressione Islandese invece di bassa pressione, quando la loro intensità è al massimo lo è anche la loro differenza e il NAO Index viene detto positivo; al contrario, quando i due centri sono deboli ho la minima differenza e quindi l'indice diventa negativo. Questo influenza le correnti atlantiche che dalle coste del Nord America si dirigono verso l'Europa e che sono le principali fonti di perturbazioni.
NAO Index Positivo
Le correnti atlantiche vengono deviate verso Nord da questa differenza di pressione molto importante, lasciando all'asciutto il Mediterraneo e scaricando la pioggia accumulata durante il tragitto nelle regioni settentrionali dell'Europa.
NAO Index Negativo
Quando invece la differenza di pressione è limitata, le correnti atlantiche seguono una rotta più meridionale e portano piogge nel Mediterraneo, mentre nel Nord Europa riescono ad arrivare le correnti artiche, più fresche e secche, che rendono il clima più arido.I venti prevalenti e la loro influenza
Schema dei venti prevalenti. "Earth Global Circulation - en" di Kaidor su Wikimedia.org |
La forza o la debolezza dei due centri di circolazione atmosferica principali dell'oceano atlantico settentrionale è dettato dalla intensità degli alisei: sono i venti prevalenti che percorrono verso Ovest la superficie terrestre alle basse latitudini (fra l'equatore e i 30° Nord o 30° Sud, secondo l'emisfero): quando gli alisei sono deboli, il NAO Index è negativo, quando sono forti, è positivo. Per inciso, sono i venti che garantirono a Cristoforo Colombo il raggiungimento delle Americhe nel 1492, partendo dalle Isole Canarie (e qui potrebbero anche starci due paroline sulla effettiva "casualità" con cui Colombo scoprì il Nuovo Continente).
Alle medie latitudini invece (Fra i 30° e i 60° Nord o Sud, secondo l'emisfero) abbiamo i venti occidentali, che dirigendosi verso Est sono gli artefici principali delle migliori condizioni climatiche per la coltivazione della vite (e quindi produzione del vino come le coste tirreniche dell'Italia e le coste occidentali del Sudafrica, Australia ma anche Cile e California, per esempio...).
Al confine fra i due venti prevalenti (30° di latitudine) si formano le correnti a getto, dei "corridoi" che si trovano poco sotto la tropopausa (variabile fra gli 8 e i 12 km) dove i venti si muovono ad alta velocità verso Est (sono stati misurate velocità anche a 400 km/h) e che influenzano la direzione delle ormai famose perturbazioni atlantiche.
Esistono anche delle correnti a getto intorno ai 60° di latitudine e interessano il limite fra i venti occidentali e le correnti artiche: anche in questo caso, l'intensità di queste fanno sì che possiamo avere freddo e gelo nelle regioni settentrionali sia del Nord America che europee.
Qui sopra un video che mostra come si muovono le correnti a getto in atmosfera.
Per chi volesse dare un'occhiata e saperne di più sulla North Atlantic Oscillation può visitare il sito del NOAA, l'osservatorio statunitense per l'atmosfera e gli oceani.
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