lunedì 19 marzo 2018

In viaggio con Talita. Il primo regalo.

Anche se non sono veri e propri viaggi, capita spesso di sentirmi come se partissimo ogni volta come verso una grande avventura... La mattina, in procinto di portarti al nido, ti sistemo in auto accanto a me, sopra quel seggiolino che ti va anche un poco stretto e che mal sopporti, soprattutto quando sei praticamente bloccata dal body, dalla maglietta, dalla felpina, dal piumino, sciarpa e cappellino paraorecchi... Chiudo lo sportello e tu mi guardi con quell'aria di chi si sta domandando se io stia per abbandonarti in quella scatola chiusa oppure no. E mi vedi sparire dalla tua vista. Rimani immobile, guardando fuori dal finestrino nella speranza di vedermi apparire nuovamente. Ma quando senti aprire lo sportello del lato guida e mi vedi materializzare come per magia accanto a te, il tuo sorriso genuino ogni volta mi accoglie e mi destabilizza, mi rende impotente e non posso far altro che contraccambiare senza aggiungere una parola. 
Dieci minuti. Qui siamo soli, tu ed io. Tu spazi il tuo sguardo fra l'adesivo dell' airbag ed il paesaggio intorno. Ogni tanto controlli che io sia ancora al mio posto e  così, tranquillizzata che niente può nuocerti, ti addormenti. Peccato che ormai siamo già arrivati... Mi dispiace svegliare quello sguardo sereno e la tua pace assoluta ma un nuovo giorno ti aspetta. Hai tante cose da scoprire e da imparare. Ti prendo in braccio che ancora dormi ma il freddo di queste mattine ti desta improvvisamente. Giusto il tempo di entrare che già sei rapita dai tuoi compagni di gioco, dal tamburo, la catenina che suona, i libriccini che cercherai di acciuffare. Ed io silenziosamente mi congedo, la mia missione è quella di accompagnarti in questa vita, di essere presente senza intralciarti, insegnandoti a camminare ed andare via dritta con le tue gambe, pronto a sorreggerti se ci sarà bisogno. Oggi è il 19 marzo ed è la prima volta che sono protagonista della festa del papà (o del babbo, che preferisco). Ed il mio regalo sei proprio tu con i tuoi sorrisi, il tuo gattonare incerto che riesce ad attraversare una stanza intera e venire ad aggrapparti ai miei pantaloni per alzarti in piedi e sorridere, guardando il mondo da una nuova prospettiva. 


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