mercoledì 20 maggio 2015

Dopo 30 anni arrivano le nuove linee guida per il dissesto idrogeologico

Con ancora nella mente i disastri di Genova, Sardegna, Messina, Sarno e Quindici per dirne solo di alcuni dei più famosi, cui ho dedicato anche un post polemico, finalmente a Palazzo Chigi arrivano le nuove linee guida per intervenire nei contesti più a rischio.



"Vietati gli interventi di cementificazione e restringimento delle sponde fluviali o la copertura di fiumi e torrenti che hanno enormemente aumentato alluvioni e allagamenti. In coerenza con prescrizioni che saranno emanate da tutte le autorità di bacino, saranno possibili diversi interventi, sia strutturali come casse di espansione o vasche di laminazione delle piene e canali scolmatori, sia nuove opere previste come obbligo dallo Sblocca Italia dei 'contratti di fiume' per riqualificare e rinaturalizzare tratti fluviali."

Quindi innanzitutto stop al cemento che impermeabilizza i terreni, alla ricerca di pochi metri di suolo edificabile a scapito della sicurezza degli argini e delle persone in caso di alluvione. Questo vuol dire prevedere nuovi vincoli da parte delle Regioni che sono chiamate a identificare le aree a rischio ancora non tutelate. Chissà se l'adozione delle nuove linee guida influirà anche il settore vivaistico pistoiese, che con l'impermeabilizzazione dei terreni per la vasetteria ha scatenato non poche polemiche soprattutto nella piana.



Al contempo le linee guida indirizzano la progettazione delle opere di intervento sulle aste fluviali, favorendo la costruzione di casse di espansione, vasche di laminazione, canali scolmatori e altro sia necessario per la salvaguardia del territorio.
Queste opere sono sicuramente utili se progettate con criterio e non come il progetto della cassa di espansione ai Laghi Primavaera che potrebbe trovare nuova "forza" da queste linee guida.




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