domenica 26 aprile 2015

Terremoto in Nepal del 25 aprile 2015

Il giorno 25 aprile 2015 una scossa di magnitudo 7.7 ha colpito la regione di Kathmandu. Al momento di scrivere questo post le vittime sono oltre 2000 e molti sono sia i feriti che i dispersi; inoltre altre due scosse di 6.4 e 6.7 si sono succedute insieme a molte altre di assestamento. Qualcuno avrà sentito ai telegiornali la ormai solita frase "Era una catastrofe annunciata" ed in effetti è vero; come spesso accade, la combinazione micidiale fra una sconsiderata attività costruttiva e una regione altamente sismica quale è la catena Himalayana, può produrre queste catastrofi.

Le immagini della distruzione a Kathmandu tratte da SKY TG24

Evoluzione Tettonica 

La catena montuosa denominata Alpino-Himalayana, che parte dal sudest asiatico fino all'Africa nordorientale, fa parte dell'ultimo ciclo orogenico (ovvero di nascita ed evoluzione delle montagne) detto Alpino. La placca africana si è scontrata con quella euroasiatica, così come quella arabica, australiana e indiana. Proprio quest'ultima, andando in subduzione  rispetto alla placca euroasiatica, ha generato l'Himalaya.

Nel riquadro, in rosso i rilievi montuosi dell'Himalaya, in verde le zone pianeggianti e in giallo le zone montuose più basse.
L'India, staccatasi dalla placca Africana nel Cretaceo circa 100 milioni di anni fa, si è diretta con una velocità geologicamente sostenuta (attualmente si muove a circa 3,6 cm/anno ma precedentemente era sicuramente maggiore) verso nord fino a incontrare l'Asia; circa 50 milioni di anni fa, le forze contrapposte delle due placche hanno iniziato a formare quelle che oggi sono le montagne più alte del mondo.

A sinistra il movimento della placca indiana dal Cretaceo superiore ad oggi.
A destra il modello tettonico che spiega l'evoluzione della catena Himalayana

I terremoti storici

In pochi milioni di anni, le forze tettoniche hanno costruito quelle che sono le montagne più alte del mondo. Questo dovrebbe rendere l'idea delle enormi energie che vengono accumulate in quest'area del pianeta e che poi vengono rilasciate dai terremoti.

La zona colpita dal sisma non è nuova a terremoti di grande intensità ed esistono parecchi studi al riguardo. Nell'immagine seguente sono riportati gli epicentri datati di alcuni degli ultimi terremoti e la disposizione delle faglie che li hanno generati; sono fronti di accavallamento ancora attivi perché la placca indiana non ha ancora smesso di muoversi verso nord.
Schema delle strutture e degli epicentri di alcuni terremoti storici nell'area dell'Himalaya interessata anche dal sisma del 25 aprile. Fonte J.L. Mugnier et al., 2011

Il suolo come fattore determinante per il rischio sismico

La città di Kathmandu, colpita direttamente dal sisma, si trova all'interno di un bacino caratterizzato da sedimenti sciolti con sabbie e limi, distribuiti su piani paralleli. Quando le onde sismiche colpiscono gli strati sabbiosi, i grani iniziano a vibrare e l'acqua contenuta nei pori viene spinta verso l'alto dalla sovrappressione indotta; i limi quindi si fluidificano e il suolo si deforma, facilitando il crollo delle abitazioni.

Schema di fluidificazione del terreno durante un terremoto.
Fonte: J.L. Mugnier et al., 2011 (modificata)

Qui di seguito vi mostro un esempio di cosa succede durante un evento di liquefazione del suolo in occasione di un terremoto.




Questo è quello che succede in Giappone e conosciamo bene la qualità costruttiva degli edifici del paese del Sol Levante... Ma se pensiamo alle case di Kathmandu, costruite senza le dovute precauzioni, possiamo ben immaginare (e purtroppo vedere) quale può essere il grado di distruzione.

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