Come inaugurazione di questo sentiero che percorreremo insieme, non avrei mai potuto iniziare da un luogo diverso da quello dove sei stata concepita: le mie origini e la mia casa spirituale, il luogo dove ho iniziato a muovere i primi passi, dove tengo ancora ricordi bellissimi e indelebili di infanzia, adolescenza, maturità.
La prima cosa che ti ho voluto mostrare è stato il tramonto. Ne hai già visti altri, certo, ma qui è diverso. Hai visto il cielo terso, senza una nuvola, diventare azzurro mentre il sole a occidente lasciava il posto alla notte nelle tonalità del giallo, poi dell'arancio ed infine del rosso. Le rocce antiche di questa terra, fino a poco prima abbagliate dal sole, si sono colorate dal grigio chiaro al rosa, riflesso degli ultimi raggi del giorno, finendo col diventare nere. Come hai visto diventare nero il profilo di questi aspri monti, che lentamente è svanito nella notte. Una notte che non fa paura, qui ci sono più luci in cielo che sulla terra, qui la notte è stellata veramente. Tanto da domandarsi se ciò che vediamo a casa a Pistoia, sia una fotocopia sbiadita di tutto quel tremolio di fiammelle accese che c'è adesso, se ci voltiamo con il naso all'insù. E l'aria. Pulita, leggera, profumata dalla macchia mediterranea ma ancor più dagli eucalipti; l'inconfondibile fragranza che nella sera si rinforza dell'umidità del mare e colpisce l'olfatto come un pugno che si riceve volentieri.
Ecco la prima esperienza insieme. I tuoi occhi azzurri, color del ciel sereno, si muovono verso l'orizzonte che ti indico, attenti. Il tuo viso però è imperscrutabile, senza un accenno di emozione. Non te ne ricorderai da grande; questo segno che ora lascio potrà, spero, darti l'occasione di fermarti qui, un giorno. Magari guarderai e sentirai fin dentro di te quello che questa isola può dare. Chissà se ti sembrerà di avere già provato certe sensazioni... Nel caso sappi che io ero lì con te, tentando di trasmetterti una piccola parte di me.
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