mercoledì 30 agosto 2017

Dopo il terremoto di Ischia, i danni e le variabili in gioco

Ho letto su internet recensioni, post e chi più ne ha più ne metta di come mai il terremoto di Ischia, pur non essendo forte, abbia provocato molti danni e purtroppo anche due morti. Senza entrare nel merito della questione puramente geologica della causa scatenante il sisma, già molto complessa di per sé a causa della estrema variabilità litologica e geotermica (siamo nell'area vulcanica Ischia - Campi Flegrei - Vesuvio, ricordiamocelo!), vorrei soffermarmi sulle variabili che possono influenzare gli effetti di un sisma sulle nostre abitazioni. Sono informazioni che pochi sanno e che mi piacerebbe mettere in risalto.

Casamicciola, zona dell'epicentro del terremoto di Ischia.
Foto del blog INGVterremoti 

Prima però voglio parlare della stima della magnitudo... 
Ogni volta la stessa storia, si dà una prima stima in automatico (ovvero è il "cervellone" dell'INGV che, entro due minuti, dà una prima stima per capire se la Protezione Civile deve mettersi subito in moto o meno) per capire l’entità della gravità; in seguito, quando le elaborazioni dei dati (che richiedono del tempo) vengono valutate e controllate a mano, si può confermare o rettificare il valore di magnitudo, l'ipocentro e l'epicentro. Valore che è calcolato secondo diversi standard (ho già scritto su questo), secondo il tipo di evento o secondo il servizio geologico nazionale dei vari Stati.

LA PROFONDITA'
È vero che l’energia di un terremoto con ipocentro molto profondo, viene trasmessa alla superficie terrestre con effetti di scuotimento minori rispetto ad uno di magnitudo equivalente ma con ipocentro superficiale. E’ vero però se la differenza di profondità è di diversi chilometri: sapere se l’ipocentro si trovi a 5 o 10 km serve dal punto di vista scientifico per capirne la sorgente (e 10 o 5 km nelle prime stime dei terremoti sono da imputare in automatico alle aree sismogenetiche: 10 km per le zone tettoniche, 5 km per le vulcaniche); gli effetti in superficie variano molto di più secondo altre variabili che adesso vedremo.
Schema di faglia.
Schema generale di come le onde sismiche si propagano nel sottosuolo.


NATURA DEL SOTTOSUOLO
La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche vengono modificate a seconda del tipo di sottosuolo che attraversano durante il loro viaggio verso la superficie. Tutto sta nel contrasto di densità fra un mezzo veloce (esempio arenaria o calcari compatti) ed un mezzo lento come una coltre alluvionale. Esiste una relazione matematica per cui le onde, se passano attraverso un mezzo a densità maggiore del precedente, aumentano di velocità e diminuiscono in ampiezza. Contrariamente, se si passa attraverso uno strato a densità minore la velocità diminuisce e l’ampiezza aumenta. Questo ultimo caso è quello più pericoloso: l’amplificazione dell’onda sismica attraverso una coltre di materiale sciolto come le ghiaie, oppure un terreno a bassa densità, può generare uno scuotimento del terreno e danni ben maggiori di quanto ci si aspetterebbe con un substrato roccioso in affioramento. Le variabili che incidono sulla velocità sono anche altre, come ad esempio il grado di fratturazione dello strato roccioso (roccia più fratturata, velocità più bassa) e presenza di acqua che assorbe le onde sismiche secondarie (le onde di tipo S).


MORFOLOGIA
Non solo la natura del sottosuolo può generare amplificazione, anche la topografia può aumentare lo scuotimento indotto da un sisma. Un edificio posto in altura, magari in cresta ad un rilievo, si trova nella condizione di subire anche l’oscillazione propria del rilievo su cui poggia: più esso è alto e con pendii ripidi, maggiore è l’effetto amplificante che questi trasmette all’edificio in questione.
Non è detto poi che stare in pianura ci metta al riparo da possibili amplificazioni… Un caso tipico è quello di una piana formata da alluvioni di poche decine di metri sopra un substrato roccioso e compresa fra dei rilievi: parte delle onde sismiche inizierebbero ad essere riflesse all’interfaccia roccia-alluvione lungo i rilievi e rimarrebbero intrappolate in questo sistema chiuso, all’interno della piana alluvionale. Questo provocherebbe sicuramente un aumento del numero di treni d'onda che arrivano in superficie e per un tempo decisamente più lungo.

FRANE

Da tenere in massima considerazione sono le frane che spesso accompagnano il post-terremoto. Le frane sono depositi di materiale eterogeneo che può essere facilmente movimentato attraverso lo scuotimento del terreno indotto da un sisma. La presenza di acqua nel corpo di frana e nei terreni scadenti, soprattutto se posti lungo pendii molto ripidi, può facilitare la movimentazione e, complice un'edilizia che negli scorsi anni non ha mai tenuto conto della morfologia del paesaggio, lungo il proprio percorso può trovare abitazioni e strutture e danneggiarle. 

Gli effetti del terremoto.
Foto tratta da Wikipedia

ALTEZZA FALDA
In pianura si trova un caso particolare e tristemente famoso di un effetto peggiorativo del terremoto: la liquefazione. I terreni granulari che hanno un livello di falda molto vicino alla superficie sono i candidati perfetti. Le particelle (le più adatte per questo fenomeno sono le sabbie pulite, ovvero senza frazione fine come limi e argille) stanno insieme grazie all’attrito generato dalla pressione fra i granuli stessi. L’acqua, attraverso la propria pressione, tende ad allontanare le particelle fra loro e se si aggiunge un surplus di pressione dato proprio dalle onde sismiche durante un terremoto, si arriva al punto in cui fra non esiste più contatto fra i granuli. Il terreno quindi non riesce più a sostenere fondamenta e gli edifici vanno giù, magari senza crollare in mille frammenti ma semplicemente ruotando, mancando la base d’appoggio.


Esempio di danni da liquefazione.

COSTRUZIONI
Un discorso a parte merita la qualità costruttiva delle case. Gli abusi, la bassa qualità dei materiali e la troppa voglia di risparmiare su ciò per cui non si dovrebbe risparmiare: la sicurezza. Le case crollate ad Ischia, dal rilievo macorosismico dell'INGV, risultano essere in prevalenza case in mattoni, blocchetti di tufo e pietra squadrata ma non legate da alcun elemento vincolante! Le case in cemento armato hanno avuto invece danni generalmente solo alle tamponature. Chiaramente le case costruite a secco o con pietre tenute insieme da calce cruda (che se non mantenuta, diventa una specie di farina che non tiene più niente), hanno subito crolli; lo stesso vale per case nate per essere a un piano, successivamente appesantite da un secondo o terzo piano aggiuntivi, magari abusivamente

IL GEOLOGO 
Più un territorio è complesso e la costruzione è importante (non solo come volumetria, anche come tipo di utilizzo), maggiore dovrebbe essere il dettaglio geologico per poter dare agli ingegneri i dati necessari per costruire bene. Per questo si cerca di arrivare al fascicolo del fabbricato, dove ogni edificio ha la propria classificazione: ogni costruzione risponde in modo unico ad un sisma, maggiore è la conoscenza e migliore sarà la possibile risposta che è possibile dare per mettere in sicurezza persone e beni. 
Quando sento dire che i geologi "rompono le scatole" nel fare le indagini in modo approfondito perché ci guadagnano di più, vorrei rispondere che oltre la responsabilità penale che ogni professionista si assume, c'è anche la passione per il proprio lavoro e nel dare un buon servizio che, in caso di calamità, può salvare la vita.
Fra spendere di più prima e spendere altrettanto dopo perché c'è da ricostruire (e rischiare di non sopravvivere all'evento), scegliete voi qual'è la soluzione migliore.

domenica 20 agosto 2017

In viaggio con Talita. Tramonto in Sardegna

Come inaugurazione di questo sentiero che percorreremo insieme, non avrei mai potuto iniziare da un luogo diverso da quello dove sei stata concepita: le mie origini e la mia casa spirituale, il luogo dove ho iniziato a muovere i primi passi, dove tengo ancora ricordi bellissimi e indelebili di infanzia, adolescenza, maturità.

La prima cosa che ti ho voluto mostrare è stato il tramonto. Ne hai già visti altri, certo, ma qui è diverso. Hai visto il cielo terso, senza una nuvola, diventare azzurro mentre il sole a occidente lasciava il posto alla notte nelle tonalità del giallo, poi dell'arancio ed infine del rosso. Le rocce antiche di questa terra, fino a poco prima abbagliate dal sole, si sono colorate dal grigio chiaro al rosa, riflesso degli ultimi raggi del giorno, finendo col diventare nere. Come hai visto diventare nero il profilo di questi aspri monti, che lentamente è svanito nella notte. Una notte che non fa paura, qui ci sono più luci in cielo che sulla terra, qui la notte è stellata veramente. Tanto da domandarsi se ciò che vediamo a casa a Pistoia, sia una fotocopia sbiadita di tutto quel tremolio di fiammelle accese che c'è adesso, se ci voltiamo con il naso all'insù. E l'aria. Pulita, leggera, profumata dalla macchia mediterranea ma ancor più dagli eucalipti; l'inconfondibile fragranza che nella sera si rinforza dell'umidità del mare e colpisce l'olfatto come un pugno che si riceve volentieri.

Ecco la prima esperienza insieme. I tuoi occhi azzurri, color del ciel sereno, si muovono verso l'orizzonte che ti indico, attenti. Il tuo viso però è imperscrutabile, senza un accenno di emozione. Non te ne ricorderai da grande; questo segno che ora lascio potrà, spero, darti l'occasione di fermarti qui, un giorno. Magari guarderai e sentirai fin dentro di te quello che questa isola può dare. Chissà se ti sembrerà di avere già provato certe sensazioni... Nel caso sappi che io ero lì con te, tentando di trasmetterti una piccola parte di me.



venerdì 18 agosto 2017

In viaggio con Talita. L'inizio.

In molti sanno quanto ti abbiamo aspettata. Finalmente eccoti qui con noi. Durante l'attesa, ho pensato spesso a quante esperienze potremo vivere assieme, durante almeno una parte della tua vita, finché ce la farò ad accompagnarti in questo viaggio. 

Mi vedo a raccontarti favole e storie che già mio nonno raccontò a me, come a lui suo padre e a lui ancora suo padre; così come mi vedo a insegnarti tutto ciò che so, per quanto i tuoi occhi potranno vedere fino all'orizzonte; così mi vedo impaziente di vivere nuove avventure insieme a te, alla scoperta di nuovi angoli di mondo. Ecco perché finalmente sono felice di poter iniziare questo viaggio insieme, io te e la mamma.

E voglio fermare nel diario di questo blog tutte le emozioni e tutte le esperienze che faremo insieme, per poter fartele leggere, un giorno...