Attraverso una piccola fessura, il mio sguardo è rivolto in alto. Nel brusio di fondo di parole, assi di ruote che ritmicamente scandiscono il tempo e il ronzio anonimo delle luci a basso consumo, sono proiettato fuori, oltre il finestrino del treno che mi sta accompagnando a casa. Con gli occhi appena socchiusi, sto ammirando quell'azzurro limpido del crepuscolo trasformarsi nel buio della notte, con le prime stelle che bucano questa coperta di seta, con le luci della civiltà umana che inutilmente provano a rievocarne lo splendore.
Ho quindi avuto licenza di partire e presto preparerò il mio zaino; finalmente mi troverò a tu per tu con me stesso, con la mia capacità di raggiungere i miei sogni, di superare gli ostacoli e di rendere giustizia a qualità che forse ho tenuto troppo in ombra per lungo tempo.